Secondo i dati di Terna, ad agosto 2025 la produzione da fonte eolica è cresciuta del 63% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, contribuendo in modo significativo a superare la metà del fabbisogno elettrico nazionale coperto dalle rinnovabili. Questo dato dimostra che, nonostante le sfide burocratiche, il potenziale del vento in Italia è immenso e in forte crescita.
Nonostante il settore eolico a terra (onshore) abbia mostrato un lieve rallentamento nelle nuove installazioni, è l’eolico in mare aperto (offshore) che sta catturando l’attenzione e gli investimenti.
La Rivoluzione dell’Offshore
L’eolico offshore è la vera frontiera del settore. I parchi eolici in mare aperto beneficiano di venti più forti e costanti, e le turbine possono essere costruite molto più grandi, generando una quantità di energia enormemente superiore rispetto a quelle a terra. L’Italia, con le sue lunghe coste e i mari profondi, ha un potenziale enorme ancora inesplorato. Si contano già oltre 90 progetti presentati dalle imprese per un totale di 74 GW di potenza, che potrebbero generare fino a 60.000 posti di lavoro e 20 miliardi di euro di investimenti. Nonostante la burocrazia freni molti di questi progetti, il nostro Paese ha già inaugurato il primo parco eolico marino nel Mediterraneo, a Taranto, un esempio che apre la strada a future installazioni.