L’italia ancora non sfrutta l’eolico come potrebbe

L’elettricità prodotta dal vento nel prossimo futuro sarà un elemento fondamentale nel percorso verso la decarbonizzazione, ma c’è ancora un grosso potenziale non valorizzato: si potrebbe produrre più del doppio rispetto ad oggi, ma i problemi burocratici e la lentezza nella realizzazione dei parchi offshore frenano i nuovi progetti;

Beleolico – Il primo parco Eolico OffShore Italiano nel Mediterraneo
Dieci turbine alte 100 metri piantate nella rada esterna del porto di Taranto, dieci rotori da 126 metri di diametro in grado di produrre 30 MW di energia verde, un risparmio di 730mila tonnellate di CO2 in 25 anni. Dovrebbe diventare operativo nei primi mesi del 2022

«Nei piani che l’Italia ha inviato a Bruxelles per indicare il suo percorso verso la decarbonizzazione, l’eolico dovrebbe raddoppiare fino al 2030 per un totale di 20 GW:; tradotto 1 GW all’anno da aggiungere.

In realtà i traguardi previsti dal Piano nazionale integrato per l’energia e il clima sono già stati ritoccati: la riduzione della metà delle emissioni al 2030 è stata aumentata al -55%, quindi l’aumento di produzione dovrebbe essere ancora più rapida. Ma l’attuale ritmo di crescita non permetterà di raggiungere gli obiettivi, dal momento che dal 2019 è stato installato appena 1 GW e oggi abbiamo appena 3 GW in più rispetto al 2012. Siamo molto indietro rispetto a quanto era preventivato; sicuramente dei passi avanti sono stati fatti, ma va invertita la rotta quanto prima.

Ma anche la burocrazia italiana fa purtroppo la sua brutta parte; con un tempo medio di quasi 5 anni per approvazione di un progetto riguardo l’energia eolica, i progressi non saranno mai cosi importanti.

Nel 70% dei casi il rallentamento per l’installazione degli impianti fotovoltaici e di energia eolica è causato dalle Soprintendenze. E i vincoli paesaggistici, al momento, tengono in stallo 3 GW di impianti rinnovabili anche se hanno la Valutazione di impatto ambientale favorevole.