L’eolico in Europa è sotto scacco dalla Cina, ma il problema è politico

Si sta parlando di tutta una serie di problemi che sta portando per l’industria eolica europea la perdita di tutti i mercati interni ed esterni a favore della Cina. La politica Ue deve agire subito. Questi in sintesi i concetti espressi da Ann Mettler, vicepresidente per l’Europa di Breakthrough Energy ed ex direttrice generale della Commissione europea. La manifattura eolica europea rischia di percorrere la stessa strada di quella fotovoltaica, che negli anni scorsi fu assorbita dalla Cina. Come il fotovoltaico, anche l’industria eolica è nata in Europa ed è stata costruita con fatica in svariati decenni, con fondi per la ricerca e lo sviluppo, generosi sussidi e politiche abilitanti. Ad oggi 5 su 15 tra i principali produttori di turbine eoliche sono europei. Considerando anche la guerra in corso e la transizione energetica in corso ci si aspetterebbe che tali aziende stessero viaggiando con il vento in poppa ed invece stanno affrontando la peggiore crisi del settore con perdite record.

Il tutto è causato da problemi che da anni si accavallano e che difficilmente potranno essere risolti a livello aziendale, senza una risposta europea globale, che non sia solo retorica. Al momento, però, l’Europa non sta facendo seguire fatti concreti e duraturi agli annunci magniloquenti, ha detto Mettler.

Riassumendo il più possibile ecco i principali problemi

  • Per attirare i produttori di energia eolica, il settore ha innescato una corsa all’evoluzione tecnica, con progetti sempre nuovi, pale più grandi, condizioni più vantaggiose e prezzi più bassi.
  • Il settore pubblico, si muove a passo di lumaca. In Europa ci sono oltre 80 GW di progetti eolici bloccati nelle procedure autorizzative e burocratiche con ritardi accumulati di diversi anni.
  • Il COVID-19 ha incasinato le catene di approvvigionamento, le materie prime sono aumentate, inflazione alle stesse ed i prezzi delle stesse turbine aumentati di oltre il 35% negli ultimi due anni

Come se non bastasse, diversi governi di paesi più “deboli” con problemi di liquidità stanno ora perseguendo anche aste con offerte negative; che fa si che le stesse aziende pagano i governi per avere il privilegio di costruire parchi eolici nello stato.

Tutto questo quindi fa si che l’eolico Made in Europe sia troppo costoso per affrontare mercati già collaudati e avanti come quello cinese